un bambino vestito da re che fa una faccia imbronciata

Estranei che mi regalano cose

Essere in carrozzina e dimostrare meno della tua età può avere delle conseguenze serie.

Ci sono conseguenze antipatiche, tipo i buttafuori che ti dicono che non puoi entrare nel loro locale; e ci sono conseguenze così così, tipo quando capita che la gente mi si avvicini e mi regali cose. Così, dal nulla. Perfetti estranei che attaccano bottone e ti fanno un regalo.Poi insomma, se sono pure con mia sorella Maria Chiara, anche lei disabile e minuta*, facciamo proprio strike.

Sì, lo so, potrebbe sembrare una cosa figa. In realtà, non è proprio così, per via del messaggio che attraversa le testoline di chi si prodiga in cotanta gentilezza. I pensieri, più o meno espressi, sono facilmente intuibili nella maggior parte dei casi: “Povera cara, facciamole un regalo” o “Il suo più grande desiderio sarà camminare, regaliamole il portachiavi miracoloso di Katmandù”.

Non è che mi invento che alcuni pensano queste cose.

Una volta, in vacanza in Grecia, abbiamo raggiunto l’apice. Vedendo una famiglia numerosa di cui due ragazzine in carrozzina, la gente… ci dava l’elemosina. Parlo di sei o sette persone che in momenti diversi durante la vacanza ci si sono avvicinate e ci hanno fatto cadere monete sonanti in grembo. Roba che te stai guardando l’acropoli, oppure gustandoti un souvlaki e… Dlin, una persona ti butta addosso dei soldi e tu la devi rincorrere per ridarglieli. Il che mi mette davanti a un dubbio atroce: eravamo così vestite male da sembrare delle barbone oppure la previdenza sociale in Grecia fa così schifo che la gente è abituata ad aiutare così i disabili? Sinceramente, spero la prima.

A un certo punto ci si sono anche avvicinati dei poliziotti che ci hanno intimato di sgomberare dalla piazza. Motivazione? Accattonaggio.

Non. Sto. Scherzando.

A parte l’esempio estremo dell’elemosina, capita che la gente ci regali cose. Il che è un po’ più accettabile rispetto al vedersi tirare le monetine, ma ha comunque i suoi punti critici.

Ora butto giù una lista delle cose che dei perfetti estranei hanno regalato a me o a Chiara.

  • un paio di setose babbucce rosa coi brillantini a un mercato a Tunisi
  • rose dai venditori ambulanti. Tantissime
  • un numero indefinito di rosari e santini, per non rimanere mai senza
  • quattro articoli di bigiotteria decorati con le mani di Fatima
  • dei braccialetti arcobaleno, con l’assicurazione che “portano fortuna e guarirete”
  • un porta cellulare decorato con perline
  • un orsacchiotto di peluche
  • due tagli di capelli gratis
  • una cena pagata in uno street food a Portobello road da un signore dall’aria mediorientale
  • un portachiavi
  • un cofanetto incrostato di perline
  • caramelleee! Dai preti, quando alla fine della messa le davano ai bambini
  • tre corse in taxi
  • una tartaruga di pietra verde da un venditore ambulante. Pure carina, eh. Ma quando ha detto che aveva il potere di guarirmi mi è scemato l’entusiasmo.

Il lato tragicomico della faccenda è che il motivo per cui la gente lo fa, con le migliori intenzioni, è che siamo disabili.

Completi estranei che tutti ispirati ti porgono quello o quell’altro oggetto. Tu ridi e provi a rifiutare, ma poi accetti per semplicità. Se non riesci a scappare prima.

*ho scritto “minuta” e non “che dimostra pochi anni” perché se no si incazza

[Elena]

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