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Lettera a un adolescente disabile

Accogli la tua disabilità per quello che è. Che non significa farne per forza un motivo di orgoglio o vedere la positività a tutti i costi, ma semplicemente capire che fa parte dell’esperienza umana e rifiutarsi di identificarla con l’immagine tragica che la società ti propone. Soprattutto, rifiutati di credere che essere disabile ti renda meno degno, meno meritevole, meno desiderabile e desiderante.

Non cedere alla tentazione di fare cose solo per dimostrare alla società il tuo valore.

Ci saranno persone che ti denigrano, o ti sottovalutano o ti discriminano. Nei casi più estremi ti ritroverai a convincere gli altri che sei una persona. Un po’ di sconforto, per chi è discriminato, è normale e sano, ma evita più che puoi di compatirti.

Sii audace, osa il più possibile. Sii senza vergogna e libero da complessi. Cogli l’opportunità che hai, rispetto alle persone non disabili, di liberarti precocemente dai complessi e dalle sovrastrutture.

Avere un corpo o una mente non conforme ti dà un vantaggio nel liberarti più in fretta dagli schemi e dai modelli imposti in cui tutti noi siamo esortati ad ingabbiarci. Più che ad altri, la società ti cuce addosso dei ruoli, e sono dei ruoli particolarmente fastidiosi, quindi approfitta di questo fastidio come di una spinta a pensare con la tua testa.

Sii fiero, sempre, e ignora le persone che odiano per odiare. Combatti per ciò di cui hai bisogno, per ciò che ti meriti, per ciò che ti sei guadagnato. Chiedi aiuto quando ti serve, anche se può fare paura: scoprirai che è liberatorio.

Non avere timore di pretendere l’accessibilità che ti serve, non avere timore di chiedere alle persone di trattarti nel modo in cui hai bisogno di essere trattato, non avere timore di cancellare o rimandare un impegno perché non hai energia. La self-care, cioè avere cura di sé stessi, è importante.

Non sprecare energia a “passare” per il più “normale” possibile. A sostenere in ogni momento possibile di essere proprio come tutti gli altri, a rassicurare che non hai bisogno di nessun “trattamento speciale”.

Il concetto di normalità è fuorviante, perché la normalità non esiste. Riconosci che non sei sbagliato per il mondo in cui vivi, ma che il mondo in cui vivi, in alcune cose, è sbagliato per te.

Non snobbare la compagnia di altre persone disabili pensando che il vero “disabile inserito” sia quello che frequenta solo persone non disabili: in questo modo non fai altro che replicare le dinamiche di discriminazione che vivi sulla tua pelle. È con altre persone disabili che costruirai quella “community” essenziale a vivere con leggerezza le oppressioni che vivi e a sfidarle sempre. Ed è probabile che incontrerai in loro alcune delle persone più importanti della tua vita.

Non scusarti per le tue necessità che appaiono sempre come “extra”; se sei in carrozzina non scusarti perché prendi sempre tanto spazio, o perché devi chiedere aiuto ai tuoi amici. Chi più chi meno, abbiamo tutti bisogno di aiuto l’uno dell’altro.

Per quanto sia difficile in un mondo che ci insegna la vergogna, coltiva il disability pride in ogni sua forma.

Vivi in un mondo in cui il tempo, gli spazi, i corpi, le opinioni delle persone disabili sono continuamente invasi e non rispettati. In una società in cui sono tantissime le persone zelanti pronte a dare consigli non richiesti, soprattutto su come essere disabili, ascolta il tuo corpo, e nessun altro. Goditi i momenti belli e vivi secondo le tue regole. Prenditi dei rischi, cogli le occasioni ogni volta che puoi, divertiti.

[Maria Chiara]

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