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Risposte rivelatrici dei candidati assistenti

Una delle prime domande che faccio al colloquio dei miei assistenti personali a volte riceve delle risposte piuttosto rivelatrici.

La domanda è: “Se dovessi essere insicur* su qualcosa che riguarda me e il modo di assistermi, con quale persona ne parleresti?”.

La risposta giusta, ovviamente, è: “con te!”.

E devo dire che la maggior parte delle candidate o dei candidati dà la risposta giusta.

Alcuni però, ahimè, mettono il piede in fallo: le risposte sbagliate che ricevo variano parecchio, e tirano in ballo tutta una serie di persone più o meno improbabili a cui rivolgersi se dovessero essere “insicur* su come assistermi”.

Il fatto è che, se anche alcuni partono da una condizione di abilismo e zero contatti con le persone disabili, i candidati non arrivano al colloquio del tutto digiuni del fatto che sono un essere umano senziente: sono io che gestisco tutte le fasi della selezione, ovviamente, da quando metto l’annuncio a quando ricevo le persone per il colloquio (anche se per e-mail mi arrivano alcune risposte del tipo “Sarei felice di assistere sua figlia”…).

Inoltre, prima di conoscermi di persona per il colloquio, il candidato o la candidata hanno letto un testo in cui descrivo in modo particolareggiato le mansioni del lavoro, specificando che il lavoratore deve dare conto esclusivamente a me e che non sono richieste esperienze precedenti perché sono io che gli fornisco il training.

Poi, quando faccio la famosa domanda di persona, calco la voce sul “me”: “…Che riguarda ME e il modo di assisterMI”, e li guardo con aria eloquente.

Ma a volte, come dicevo, tutto questo non basta e le persone scivolano su questa domanda: voglio condividere con voi alcune perle.

  • I tuoi genitori” (o più spesso “tua madre”, ciao sessismo!). Questa è la più diffusa, tra le risposte sbagliate. Non sia mai che la persona disabile sia la massima esperta dei propri bisogni, lo sanno tutti che se c’è un problema si chiede a suo padre e a sua madre.
  • Mia madre“. Questa ancora non me la spiego. Cioè, chiedi consiglio a TUA madre su come lavorare con ME?
  • Mia madre che fa l’infermiera, così magari mi dice qualche trucchetto“. Ecco, questa è già più definita come risposta, è più motivata. Però i “trucchetti” te li dico io.
  • Un prete mio amico. Non lo dico perché sono bigotta, eh, ma lui è proprio una persona con cui posso parlare di tutto”. No comment. Al pensiero della ragazza che chiede aiuto a un prete sul modo di assistermi, ho avuto serie difficoltà a trattenermi dal ridere. Tanto più che la ragazza lo ha detto con aria ispirata.
  • Un bagnino mio amico“. Vi spiego il contesto perché se no sembra peggio di quello che è: era un ragazzo che si candidava per la posizione di assistente al mare. Le mansioni sono più o meno le stesse dell’assistente di tutti i giorni, ma è necessaria una certa forza fisica per reggermi in acqua. Comunque, mi è venuto da sorridere.
  • La ragazza che mi ha aperto la porta prima“. In questo caso il candidato si riferiva alla mia assistente che gli ha aperto il portone di casa prima del colloquio, e lo ha detto tra l’altro con aria molto sicura, come se fosse certo di averla finalmente beccata. Ma sì, chiediamo a qualsiasi bipede si trovi in giro, invece che alla diretta interessata.

Aiuto.

[Maria Chiara]

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