Elena è distesa su una brandina con un asciugamano colorato e ha le mani intrecciate sul petto e i piedi uniti sulla pancia. Indossa una maglietta bianca e shorts di pelle neri e ha i capelli raccolti in una coda.

Condizionamenti sociali sul corpo

Io che ringrazio a mani giunte E ANCHE A PIEDI GIUNTI PER BUONA MISURA il fatto che sono disabile perché mi ha fatto da schermo da alcune dinamiche tossiche sul presunto “corpo standard”.

È ovviamente solo la mia esperienza, ma a me personalmente essere disabile ha permesso di essere più libera da alcuni condizionamenti sociali sul corpo.

Per il mio corpo è proprio impossibile raggiungere il modello di corpo standard atletico e “modellato” propinatoci quasi da quando siamo teneri virgulti come obiettivo da raggiungere. Questo mi ha reso molto semplice capire che il concetto di corpo per forza fatto in un certo modo è una gran cavolata.

Quando sei abbastanza simile allo standard imposto, è più facile sentirsi in dovere di raggiungerlo: un bel po’ di allenamenti, qualche dieta e provi a raggiungere le persone sulle copertine delle riviste. Ma quando ti è fisicamente impossibile, ci puoi ridere sopra.

Inoltre il fatto di essere – sempre perché sono disabile – molto magra per gli standard ha fatto sì che non sono mai stata spinta a privarmi del cibo, che altrimenti è una cosa praticamente trapanata in testa alle donne.

[Elena]

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