No, non è una guerra. Non è questione di “entrambe le parti hanno le loro ragioni”.
È un genocidio. È colonialismo, ed è Apartheid.
Abbondano le vignette che la fanno sembrare una disputa religiosa. Ma non c’entra la religione, c’entra che Is*aele vuole la terra e per farlo vuole fare pulizia etnica dei Palest*nesi.
Gran parte dei media ne parlano come se fossero forze pari. Non lo sono. La Palest*na è un territorio occupato, senza esercito, completamente controllato da Is*aele (elettricità, merci, medicine, documenti, spostamenti…).
Tra l’altro in questi giorni non possiamo non pensare continuamente alle persone disabili Palest*nesi. Senza assistenza, senza elettricità per gli ausili, magari più lente a scappare. Il privilegio di vivere in un paese non occupato e dove non piovono bombe è il privilegio più grande che abbiamo.
Usiamolo, questo privilegio. Informarsi (ad esempio, per iniziare, su Giovani Palestinesi d’Italia o @subhi.taha su Instagram), informare e manifestare è davvero il minimo, in un paese che porta avanti una narrazione distorta o il silenzio.