un'atleta di tiro con l'arco

4 domande sulle Paralimpiadi

4 domande che sorgono spontanee sulle Paralimpiadi:

– Perché dobbiamo sorbirci media che per gli atleti paralimpici parlano di “coraggio” e di “rivincita”? Di “eroi” che fanno cose “nonostante la disabilità” e “hanno già vinto, anche solo a partecipare”? Ché poi mi viene il reflusso gastrico

– Perché le Paralimpiadi si svolgono venti giorni dopo le Olimpiadi e hanno meno copertura mediatica? Imbarazzante dimostrazione di quanto la disabilità sia allegramente considerata “altro”

– Perché gli atleti con più necessità di altri vengono discriminati? La nuotatrice Becca Meyers, sordocieca, si è ritirata perché non le veniva permesso di portare con sé la sua assistente. Secondo gli organizzatori, avrebbe dovuto farsi aiutare da un assistente estraneo del Comitato Paralimpico, in comune con una trentina di atleti. Comodo, no?

– Perché gli sport di squadra in carrozzina elettrica non sono considerati? Il Wheelchair Hockey e il Powerchair Football non sono ancora riconosciuti nelle competizioni delle Paralimpiadi. C’entra per caso il fatto che siamo nel 1800 e si pensa che la carrozzina elettrica è strana e cattivona? Non so, la butto lì, eh

[M. Chiara]

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