


“Ecco D*, mia figlia!”.
“Ma che carina: tua nipote?”

“Ad un certo punto un’auto accosta, mette le quattro luci di emergenza, ne scende un uomo di mezza età che rapidamente mi raggiunge e mi mette in grembo dei soldi”

Purtroppo un bel giorno un produttore italiano si è svegliato e ha deciso di fare il remake di “Tutti in piedi”, il film francese più abilista di sempre.

Quando guardo un film in cui ci sono un personaggio

Sapevate che se una persona domani diventa non autonoma (per incidente o malattia) e non è ricca/non è circondata da una rete di persone/non vuole dipendere da familiari o partner… il suo unico diritto garantito è vivere in un istituto?
In Italia nel 2021, eh, non nel 1931.

Dopo giugno che è il mese del Pride LGBT+, luglio è il mese del Disability Pride.
A volte è difficile far capire cos’è. Che Pride c’è ad essere disabili? mi sento dire, come se fosse un controsenso ovvio.

Una volta a un Pride hanno chiesto a me e a Elena – anzi, alle nostre assistenti – se avevamo bisogno di aiuto per uscire dal corteo e tornare sul marciapiede. Ci abbiamo messo un po’ a capire, perché noi due stavamo procedendo con il corteo, ma loro avevano capito che eravamo finite lì per caso e dovevamo uscire. Avevano già iniziato a dire alla folla di fare largo: evidentemente due persone in carrozzina lì non gli quadravano. “Aah ma state partecipando al Pride? Ah, scusate”.

– Oh, ma certo, ho capito: tu pensi che questo non abbia nulla a che vedere con te…