Disclaimer: si scherza
Ultimamente sono sempre di più le persone diversabili che si incontrano in giro. Magari uno di loro è un tuo collega, compagno di scuola, vicino di casa, ed è per questo che il titolo ti ha incuriosito.
Ora che uno o più diversabili fanno parte della tua vita, improvvisamente sei diventato consapevole che anche loro, in realtà, sono persone.
Che fare adesso?
Allora, prima di tutto sappi che non sei solo.
Altri, come me, ci sono già passati e sono abbastanza esperti da poterti guidare in questo mondo. Ecco alcuni consigli utili:
- Innanzitutto, come chiamarli? La disabilità è una cosa molto brutta, quindi quando chiamiamo queste persone dobbiamo sottolineare le cose positive, quello che comunque hanno di buono, anche per dar loro un contentino. Quindi “persone diversamente abili” o “diversabili” va benissimo, ottimo anche “persone speciali”. Se proprio devi citare la disabilità, mettici sempre “persone” davanti, quindi “persone con disabilità”. Assicurati che sia chiaro che prima di tutto sono persone.
- Ci sono solo due tipi di persone diversabili: quelli simpatici e quelli antipatici. I primi sono autoironici e scherzano continuamente sulla loro disabilità in modo da mettere – giustamente – a proprio agio i normali, e sono sempre positivi e allegri, hanno tanta gioia di vivere, e sono coraggiosi. Poi ci sono quelli resi acidi dalla loro condizione, che si sono arresi e non escono di casa perché odiano tutti e non accettano la loro disabilità. È semplice, ci sono solo queste due categorie. Puoi regolarti allo stesso modo per entrambe: carezze per i primi perché sono tanto pucciosi, carezze per i secondi, così li addolcisci.
- Capisco bene che è difficile rivolgersi a loro direttamente: molti sembrano fragili, alcuni parlano male, si muovono a scatti, alcuni sono immobili, altri hanno comportamenti strani. Nel dubbio rivolgiti sempre ai loro assistenti o familiari, anche per domande che riguardano loro. Ad esempio per prendere le ordinazioni al bar se sei un cameriere: “Lui cosa prende?”. Per rompere il ghiaccio va benissimo anche “Lui come si chiama?”, sempre rivolto alla persona normale che lo accompagna. Se hai di fronte un gruppo di persone diversabili rivolgiti alla persona del gruppo che sembra meno diversabile.
- Fai vedere che tieni a loro: ricordati, quando sei in giro, di fare domande intime e personali sulla loro disabilità. Non ti scoraggiare se ti sembrano arrabbiati o risentiti: fanno parte della seconda categoria. Assicurati solo di dar loro dei buffetti sulla testa, mostra loro che sono amati per quello che sono, puoi anche baciarli o far loro carezze. Non preoccuparti, non passerai dei guai per questo, il consenso vale solo per il sesso!
- Considerali sempre degli esempi di vita: alle persone diversabili piace essere utilizzati come insegnamento per gli altri. Loro sono contenti di essere un esempio tramite la loro tenacia e forza nel fare le cose quotidiane. Uno degli obiettivi più importanti della loro vita è infatti essere di ispirazione per noi e incoraggiarci a perseguire i nostri obiettivi nonostante le difficoltà.
Sono persone diverse, molto diverse dalla nostra realtà, però molti di loro si possono ritagliare un pezzettino di realizzazione personale nell’educare noi.
Quindi assicurati di ringraziarli tutti quanti – non avere timore di ringraziare anche le persone estranee su Facebook – perché con la loro condizione tragica ti ricordano ogni giorno di quanto tu sia fortunato.
Premiali dicendo loro che sono degli eroi, soprattutto quelli che incontri mentre fai la spesa.
[Maria Chiara]