Il capitolo più lungo del libro è il 4, quello dove si parla di disabilità e media! C’era da aspettarselo, dai. 😅
Cosa dobbiamo farci se chi si occupa di comunicazione spesso parla di disabilità coi piedi 🦶🏻?
Nel capitolo ci sono un bel po’ di esempi (e relative analisi) di comunicazione abilista tratti dai giornali, dai programmi televisivi, dai discorsi dei politici italiani, dalla comunicazione sulla disabilità a scopo di fundraising, dal cinema. C’era l’imbarazzo della scelta.
E lo diciamo che la rappresentazione mediatica di un fenomeno influenza tantissimo la percezione socio-culturale di quel fenomeno? E che una comunicazione satura di certe narrazioni è incredibilmente dannosa? E diciamolo.