Quando ci troviamo di fronte un posto che organizza eventi che non è accessibile (tipo a chi è in carrozzina) gestito da persone che si dicono attente ai diritti, spesso ci viene detto: per stavolta nada, non riusciamo a renderlo accessibile, per un futuro però ci possiamo organizzare, diteci voi come fare per rendere fruibile un luogo, vi invitiamo a incontrarci e parlare con noi per educarci.
Ecco, no. Una persona disabile che vuole solo accedere a un cavolo di evento per rilassarsi dopo il lavoro spesso non può pure educare voi. Leggete i libri sul tema, leggete le leggi, ingaggiate i formatori. Viva la mutualità, ma chiedere a una persona super marginalizzata che non può accedere a tantissimi posti e ha costi extra per fare tantissime cose, tipo spostarsi, di insegnarvi pure a essere meno abilisti non è mutualità, è sfruttamento.
State chiedendo a una persona disabile a caso, che vi ha fatto rendere conto del problema, di accollarsi lavoro extra.
Può anche essere che poi le persone lo facciano volentieri quel lavoro extra, ma non è una cosa che va data per scontata.
Descrizione immagine: M. Chiara e Elena sulle loro carrozzine elettriche. Chiara ha un maglione blu elettrico, pantaloni grigi a righe e Converse nere. Elena ha un maglione bianco, pantaloni bordeaux, scarpe nere, un basco lilla sulla testa e una borsa blu. Sullo sfondo, una fontana e la statua di un leone