Qualche giorno fa io (Elena) e Chiara eravamo ad un festival in un borgo qua vicino, in cui c’erano spettacoli vari.
Un borgo arrampicato, un po’ difficoltoso per i sanpietrini, e soprattutto non abbiamo trovato bar senza scalini, e quando non ci sono bar senza scalini devi startene tutta la sera fuori al freddo. Però c’erano dei concerti in piazza, e l’esperienza nelle piccole realtà è sempre molto positiva. Nei grandi concerti dobbiamo spesso litigare per stare dove ci pare dato che la prassi è segregare le persone in carrozzina in un recinto, farle stare dietro o laterali. Nelle piccole realtà questo invece non succede, e anche in quest’occasione siamo state dove ci pareva, davanti, in mezzo alla gente.
Insomma, bastone e carota.
Ok. Finito il concerto ci spostiamo un po’ più lontano dal palco dove c’è meno musica alta e voglio commentare questa cosa a Chiara. Voglio dire esattamente la seguente frase: “Oh, Chiara, almeno nei borghi non ci rompono i coglioni!”.
Inspiro la fresca aria ottobrina per prendere fiato… e proprio in quel momento un signore ferma la persona (non disabile) che è con noi, e le dice: “Grazie. I medici mi hanno appena detto che sto male ma… vedo che non mi posso lamentare”.
Bastone, carota e bastone.
Descrizione immagine: Chiara ha i capelli neri lisci e indossa un vestito di velluto scuro a fiori e scarpe nere, Elena ha i capelli castani lisci e indossa giacca viola, pantaloncini neri, collant nere a pois e scarpe nere e un basco lilla (non sono nel borgo del post, è una foto a Senigallia).