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Al mercato di cibo – molestie tra le bancarelle

Dunque, prendiamo un normale giro a un mercato di cibo che si tiene una volta l’anno nella mia cittadina. Sono ferma davanti allo stand che vende le spezie, sto cercando di non cadere in tentazione e attenermi al mio proposito di comprare solo il cardamomo in polvere e il tè al gelsomino, senza farmi tentare da sumac, garam masala, allspice, zenzero, cannella, vaniglia, zafferano, anice, carvi e coriandolo.

Sto respirando gli effluvi profumatissimi roteando gli occhi di piacere e desiderio, quand’ecco che una mano ignota si protende da sinistra e mi accarezza la guancia, interrompendo il mio trip con le spezie. Mi giro ed è come pensavo: un uomo sconosciuto ha ben pensato di accarezzare una ragazza per strada. Ora mi sta fissando sorridendo: sicuramente pensa sia una cosa normale da fare.

Scappo.

Più avanti sono alla bancarella pugliese, e sto mangiando un’oliva verde così grossa che la devo prendere a morsi. Sono ferma perché l’oliva è impegnativa. Il gestore della bancarella accanto mi fissa per tutto il tempo, lo sguardo inchiodato e l’espressione trasfigurata come se avesse visto la Madonna. Non ha clienti, quindi ha tutto il tempo del mondo.

Vado oltre, e una persona mi fa domande sulla carrozzina elettrica. Fin qui, ok, normale: è una carrozzina particolare e sono contenta di diffondere il verbo di come I Distesi possano guidare. È quando il tizio mi segue per quattro ulteriori bancarelle che la cosa comincia a diventare inquietante.

E poi la bancarella dove compro il dolce, che però al momento di pagare mi viene regalato. Figo, cioè, wow, altro che previdenze: spenderò un botto per l’assistenza personale, ma almeno risparmio un po’ quando i commercianti delle bancarelle mi regalano le cose perché sono disabile. Un dolce di qua, un braccialetto di là, faccio pari (spoiler: no). Prendo il dolce dopo aver rifiutato debolmente un po’ di volte: dopo i tipi strani elencati sopra – e la lista non è neanche esaustiva – non ho le energie di fare altro.

Tutto perfettamente normale.

Ok Elena, adesso respira profondamente, conta fino a dieci e annega i dispiaceri nella cioccolata.

[Elena]

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