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Discriminazione al Tribunale di Mantova

Sempre nella serie discriminazioni schifose e violente:

Valentina Tomirotti, che usa una carrozzina, quando è andata al concerto di Coez non ha visto niente, dato che le persone disabili sono obbligate a stare in posti specifici nonché inadeguati. Allora ha fatto causa a Fondazione Arena e Vivo Concerti.

Il Tribunale ha rigettato l’istanza – definendola “manifestamente infondata” – e ha condannato Valentina Tomirotti a pagare circa 5000 euro di spese processuali.

Ancora una volta si palesa il bias abilista che ovviamente non risparmia nemmeno il sistema giudiziario. Questa volta per mano di Giorgio Bertola, del tribunale di Mantova.

Perché dire che Valentina ha torto significa dire che le persone disabili possono ambire al massimo a un servizio di serie B.

Poter vedere un concerto non è un optional. Offrire un servizio scadente a una categoria di clienti comunica due cose:

  1. che Fondazione Arena e Vivo Concerti non sanno fare il loro lavoro
  2. una volontà di escludere le persone disabili dagli spazi pubblici, perché nel momento in cui è appurato che il servizio sarà scadente, quella categoria di clienti non andrà più ai concerti sapendo di andare incontro a una discriminazione diretta. Cosa siamo, martiri?

C’è un doppio standard discriminatorio e pericoloso che differenzia clienti disabili e non disabili.

La scusa per un trattamento di minore qualità è sempre la stessa: la sicurezza.

Si sostiene la segregazione delle persone disabili in posti appositi perché sarebbero un pericolo per sé stessi e per gli altri.

L’idea che essere disabili renda più fragili o comprometta la sicurezza in un luogo affollato non è un fatto oggettivo e documentabile. È il prodotto di una mentalità abilista per cui le persone disabili sono l’eccezione, l’altro da sé, quelli che ci si aspetta dovrebbero stare a casa prossimi alla morte, un mix tra dei malati e degli oggetti.

Non è affatto detto che la disabilità impatti la fuga in caso di emergenza.

Qui non è solo Valentina che non ha potuto vedere un concerto, non è un debole caso isolato. Qui si tratta di una grandissima parte delle persone disabili che ha avuto esperienze speculari. E prima che tutta la community si sollevi è il caso che vi adeguiate, Vivo Concerti e Arena di Verona, perché qua c’è una tremenda puzza di Apartheid che viene dalla vostra direzione. Basta con queste giustificazioni barcollanti, manipolatorie e false.

[Elena]

P.S.: Ve lo ricordate com’è finito l’Apartheid o avete bisogno di un ripassino?

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