Oggi è il compleanno di Chiara, ma imbarazzevolmente il seguente post è tutto su di me, su quanti benefici apporta l’avere una Chiara nella propria vita.
Una delle cose più belle (e necessarie) di quando hai un’identità marginalizzata è trovare la community con cui condividi quell’identità. E io ho avuto un gran culo, perché mentre un sacco di persone fanno fatica a trovarla, quando sono nata ce l’avevo già in casa: 4 anni e mezzo più di me, mia sorella. Mica male che la mia – prima e fondamentale – community fosse anche la persona che mi ha insegnato a leggere (con libretti di esercizi fatti da lei).
Ho sempre avuto la possibilità di confrontarmi con una persona vicina che aveva esperienze simili alle mie, che sperimentava il brutto (l’abilismo) e il bello di essere disabile.
Una delle cose più importanti quando sei disabile è capire che un sacco delle cose che ti succedono e che al momento non sai spiegare capitano a praticamente tutte le persone disabili.
Io e Chiara possiamo affrontare insieme il trauma di un mondo abilista e elaborare strategie di resistenza.
Posso mandarle messaggi affannosi e convulsi su WhatsApp quando mi capita qualcosa di abilista, e il bello è che se anche non vede il messaggio subito posso immaginare il suo consiglio su come affrontare la situazione. So che in seguito potrò decostruire insieme a lei le dinamiche in quello che mi è successo, riconoscere i pattern dell’abilismo che capitano ancora e ancora, dare nomi alle cose.
È una sicurezza pazzesca sapere che se cadi, cadi sul morbido; e che se sei stanca puoi passare un attimo la palla mentre ti riprendi.
Ancora meno scontato è il fatto che ci capiamo al volo, che diamo importanza alle stesse cose, che abbiamo la stessa visione del mondo. Non vedo l’ora di fare altri video trash e progetti incoscienti insieme, ma soprattutto di mangiare la tua torta di compleanno, a cui sto palesemente pensando nella foto.
Auguri Chiara!
[Elena]