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Le conferenze sulla disabilita con una sola persona disabile

In una conferenza su disabilità e discriminazione, una sola persona disabile in mezzo a tante altre non disabili non è abbastanza. E ci sono tanti convegni organizzati con queste modalità.

In una conferenza sull’omofobia non sarebbe accettabile che il panel sia composto da quattro persone etero e una persona gay. Di solito, almeno, poi non dubito affatto che possano esistere, figuriamoci. Sembrerebbe una barzelletta, un controsenso. Come, fai una conferenza sull’omofobia e non chiami le persone gay esperte a partecipare a quel panel? Persone che vivono l’esperienza della discriminazione sulla propria pelle e che – a parità di conoscenza dell’argomento – possono parlarne in modo più approfondito e profondo? Se si parla di outing, una persona etero può parlarne con informazioni di seconda mano, una persona gay può averlo subìto o temuto: sembra automatico che di outing ne debba parlare una persona che lo può aver sperimentato. Altrimenti sarebbe un manipolo di etero che se la canta e se la suona.

Quando si tratta di disabilità c’è un doppio standard. Non solo è assolutamente accettabile che a un convegno a tema ci siano, toh, quattro persone non disabili e una persona disabile: è addirittura “visto bene” il fatto che gli organizzatori si siano preoccupati di segnare la casellina “disabile” (perché ci sono tantissimi convegni a tema disabilità in cui NON ci sono affatto relatori disabili). Diventa un atto simbolico, più di immagine che altro, e prende il nome di “tokenism”.

Organizzando convegni in questo modo rischiamo di perderci le istanze più pressanti della community, perché sono persone che non ne sono toccate a decidere i contenuti della conferenza; stiamo mandando un messaggio molto chiaro che in fondo non ce ne frega delle voci delle persone disabili, e soprattutto che non riteniamo di poter trovare gente competente tra le persone disabili.

Le persone che hanno identità marginalizzate non hanno bisogno di persone con più privilegio sociale che si sostituiscano a loro: sostituirsi è un disservizio alla community che si sta cercando di supportare. Bisogna passare il microfono.

[Elena]

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