foto in bianco e nero di quattro bambini e ragazzi disabili (ospedale psichiatrico di Schönbrunn, 1934)

Hans Asperger e il nazismo

Sono passati circa ottant’anni dall’inizio dell’Aktion T4, lo sterminio nazista delle persone disabili. Non è ancora così conosciuto, anche perché nessuno è sopravvissuto per testimoniare. Ma l'”igiene della razza” – nel senso di genocidio strutturale e sistematico dei gruppi invisi all’ideologia nazista – ha avuto come cavie le persone disabili, e solo le vittime disabili sono state in tutto circa 300.000.

Hans Asperger, da cui ha preso il nome la cosiddetta “sindrome di Asperger”, fu tra i medici che collaborarono attivamente al programma di “eutanasia” del Terzo Reich, giudicando le vite di certe persone come indegne di essere vissute.

Punto di riferimento per la diagnosi dell’autismo, fu anche il responsabile che decideva quali persone autistiche fossero abbastanza “capaci” da vedersi risparmiate la morte e la tortura.

Nei campi di concentramento Asperger cercava le caratteristiche più “funzionali” delle persone autistiche e selezionava chi sfruttare per la causa nazista (ad esempio per lo sviluppo di macchinari) mentre tutte le altre venivano giudicate inutili e condannate alla morte o agli esperimenti.

Su ordine di Hans Asperger moltissimi bambini con varie disabilità venivano mandati allo Spiegelgrund, a Vienna, una delle varie cliniche in cui le persone disabili venivano uccise.

Herta Schreiber, una bambina disabile di tre anni, fu uccisa tre mesi dopo il suo ingresso allo Spiegelgrund. Su di lei così si era espresso Asperger: “deve essere un fardello insopportabile per sua madre, che ha cinque bambini sani di cui prendersi cura”. Herta fu soltanto una degli almeno 789 bambini a morire in quella clinica dalla sua apertura nel ’40 fino alla caduta del Terzo Reich.

Abbracciando l’ideologia nazista, Asperger raggiunse le posizioni più alte nel suo campo, e dopo la fine della guerra continuò a lavorare come medico per oltre trent’anni.

Quando è stata coniata la definizione “Sindrome di Asperger” non si conosceva il coinvolgimento di Hans Asperger nel nazismo, né tra gli scienziati e i clinici né nella comunità autistica. Queste informazioni sono emerse chiaramente solo in uno studio uscito nel 2018.

Oggi molti all’interno della community autistica, conoscendo il passato di questo medico, scelgono di non identificarsi più come persone con l’Asperger.

Non vogliono più essere associate al nome di un medico nazista che selezionava le persone “ad alto funzionamento” (termine anch’esso largamente contestato all’interno della comunity) da poter sfruttare per il regime mentre altre venivano sterminate.

La Sindrome di Asperger era già stata tolta dal DSM (“Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali”) nel 2013 perché è inaccurata, e vi rimane la sola diagnosi di “disturbo dello spettro autistico”. Rimane comunque nella Classificazione ICD (“Classificazione internazionale delle malattie”), usata in alcuni paesi. Verrà comunque tolta nella nuova versione perché è appunto volta a separare le persone autistiche cosiddette “ad alto funzionamento” da tutte le altre.

Queste scoperte su Hans Asperger sono recenti, e possono essere dolorose da elaborare per chi si identifica come persona con Asperger, perché le diagnosi sono state spesso sudate e molti devono lottare anni prima di ottenerle. Inoltre parecchi medici usano ancora la terminologia Asperger e continuano a diagnosticarlo.

[Maria Chiara]

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