In Puglia, 8 persone disabili e non sono state condannate per aver protestato per il diritto all’assistenza
A luglio 2021 un gruppo di persone disabili con relativi accompagnatori ha manifestato in regione Puglia, per la seconda volta a distanza di un mese.
Il gruppo è rimasto in presidio permanente, per quattro giorni e tre notti, per protestare contro le gare al ribasso per gli ausili e per ottenere più assistenza infermieristica domiciliare e assistenza personale.
A inizio novembre 2022 gli sono arrivati i decreti penali dal pubblico ministero: condanna a quattro mesi di reclusione (all’inizio erano 12, poi portati a 4) o al pagamento di 9425 euro di multa. Il motivo addotto è interruzione di pubblico servizio e invasione di edifici. Il gruppo precisa che non c’è stata occupazione, perché in quei quattro giorni i funzionari continuavano a entrare e uscire regolarmente.
Gianna Montrone, dell’associazione “Stop alle barriere”, in un’intervista rilasciata a Repubblica Bari, racconta che aveva inviato alla questura e alla digos la comunicazione sulla manifestazione: «Abbiamo detto che saremmo rimasti finché non ci avessero dato delle risposte e così è stato. Siamo usciti soltanto dopo aver firmato un accordo».
Ha inoltre commentato «La prima domanda che mi è venuta in mente vedendo le date è stata: “Questa denuncia l’hanno messa in cima a tutti i fascicoli?”. Ci sono denunce che restano bloccate per anni e noi dopo neanche un anno e mezzo siamo già stati condannati».
La pena ora è stata sospesa perché le persone condannate sono incensurate, ma il gruppo si è rivolto a un gruppo di avvocati che sono già al lavoro per presentare ricorso.
Come spiega Gianna, infatti, «Questa [condanna, n.d.r.] per me è una medaglia, ma fra noi condannati ci sono anche persone giovani, che potrebbero partecipare a concorsi pubblici e che con questo procedimento pendente non possono certamente farlo».
Ora la Regione Puglia nega che la denuncia sia partita da loro, anche se non si è fatta chiarezza su come sia partita.
Ricordiamo che questo gruppo di persone il 15 giugno aveva già manifestato per gli stessi motivi e che il presidente Michele Emiliano si era rivolto ai manifestanti usando un linguaggio violento.
In ogni caso i manifestanti hanno ottenuto un accordo con la Regione Puglia per quanto riguarda il diritto all’assistenza. Che, ricordiamolo per chi non lo sapesse, per una persona non autosufficiente è la cosa più basilare che c’è: è il diritto ad uscire di casa quando le pare, a fare quello che vuole della sua vita e a non venire segregata in una struttura.
Questa è una vicenda di violenza delle istituzioni. È una vicenda che ci ricorda che il rispetto dei diritti si ottiene mettendosi insieme e facendo valere le proprie istanze. Una vicenda che lascia molta amarezza per il caro prezzo che hanno dovuto pagare i manifestanti per migliorare la vita delle persone disabili pugliesi. E che ci auguriamo possa essere diffusa per ricordare qual è la situazione italiana in quanto a repressione e in quanto a gestione della non autosufficienza.
Descrizione immagine: grafica viola con la foto di un gruppo di persone che protestano