Insomma, ricapitoliamo un attimo. Un generale dell’esercito rivolge dal suo libro un appello accorato alle persone gay: “Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!”. In tono concitato e sbrigativo, come a dire, essù, siate ragionevoli e non mi fate perdere la pazienza.
I migranti, gli ambientalisti, “le femministe” sono anche loro oggetti del suo maschio sdegno, che si scaglia a testa bassa contro “la dittatura delle minoranze”. Echeccavolo! Un po’ va bene, ma adesso stiamo esagerando! E poi rivendica, e pure “a gran voce”, “il diritto all’odio e al disprezzo e a poterli manifestare liberamente”, se non si fosse capito che queste sue idee non partivano esattamente dall’amore verso il prossimo, ecco.
Poi, dunque, chi abbiamo? Una rinomata giornalista, da un importante quotidiano nazionale, guarda nostalgica a un’epoca un po’ nazistella del nostro paese in cui gli studenti disabili stavano segregati nelle classi differenziali. Insomma, lì dove stava ogni studente “cerebroleso” a cui, secondo lei, l’insegnante di sostegno diceva “sillabiamo insieme, pulisciti però prima la bocca”. Con tutta una dovizia di particolari narrativi, per dare un po’ di colore al suo editoriale, ché fa figo.
Sì, perché lei, che è inca*zata con delle persone che hanno danneggiato una statua, si dice, sai che c’è? Per esprimere la mia arguta e ficcante condanna li paragono alle persone con disabilità cognitiva. La peggiore delle onte, no? (Giusto per rendere cristallina l’opinione che ha delle persone disabili)
Poi, per non lasciarci alcun dubbio su quanto fosse convinta di quello che aveva scritto, pubblica il suo pezzo di replica alle proteste scaturite per l’abilismo. Ecco, lì dice che si sono sentiti offesi “soprattutto familiari di persone con handicap e anche associazioni”, ché le persone disabili sono troppo subumane per poter essere citate tra chi si offende, prova sentimenti, ha opinioni… queste cose umane qua insomma.
Ci tiene anche a precisare che chi l’ha criticata non ha capito il contesto e che il “politicamente corretto sta paralizzando il pensiero e l’azione”.
Chi altro c’era? Ah sì. Un altro famoso giornalista, bellino, che con un reportage sullo stesso giornale ci fa sapere che odia i poveri. In pratica ha fatto un viaggio in treno e non riesce a riprendersi dallo shock di non essere stato riconosciuto ed omaggiato da quei bruti di ragazzi che hanno osato ignorarlo. “Lanzichenecchi” armati di iPhone, auricolari e bibite in lattina, che non ammirano il fatto che lui legge Proust e scrive con una stilografica. Nell’articolo, insomma, oltre a un grandissimo amore di sé, c’è un bel mix di antimeridionalismo, snobismo, classismo, ageismo e un enorme senso di smarrimento e sorpresa nel trovarsi di fronte al paese reale.
Che poi è uno smarrimento che devono provare anche quegli altri due qua sopra.
Immaginate di sentirvi così intoccabili e privilegiati da pubblicare, convinti, simili str0nzate egoriferite. Di essere così scoperti, candidi, nell’odiare chi si considera sotto di sé.
Sarebbe interessante se fosse un romanzo distopico. Così c’è solo una grandissima amarezza nel constatare fino a che punto può arrivare in Italia la gente con un certo potere senza per questo rischiare di perdere quel potere.
[Maria Chiara]
Descrizione immagine: M. Chiara ha i capelli lunghi neri e indossa una maglia nera e una collana verde. Ha un’espressione pensierosa