Le persone disabili e la “sicurezza”

Una volta, a vent’anni, stavo per entrare in un pub e il buttafuori mi ha impedito di entrare. Il motivo? “Non è sicuro”.

C’è un concetto che le persone disabili conoscono molto bene e che è utilizzato periodicamente per giustificare la loro discriminazione.
Si tratta della “sicurezza”, che viene usata come arma, a piacimento, da chi è in posizione di potere per attuare discriminazioni abiliste.
Le persone disabili solo una alla volta in autobus, altrimenti è un problema di sicurezza. Le persone disabili in posti segregati ai concerti, altrimenti è un problema di sicurezza. Le persone disabili mandate via dalle discoteche, altrimenti è un problema di sicurezza. Le persone disabili che non possono fare questo e quello, altrimenti è un problema di sicurezza.

Si tratta di un concetto molto problematico, per vari motivi.

Il decretare che una certa situazione non sia sicura per una persona disabile viene di routine giustificato con idee abiliste e irrealistiche sulla disabilità: si sostiene che le persone disabili sarebbero più lente o più “ingombranti” della popolazione standard, associandole a un’idea di pericolo per sé e per gli altri.
Le persone con disabilità visibile sono particolarmente colpite da queste idee, dato che non possono celare la loro disabilità. Durante i concerti, ad esempio, le persone con disabilità visibile vengono costrette a stare in posti segregati e defilati, perché si dice che altrimenti sarebbero di intralcio o in pericolo, anche se in realtà non avrebbero problemi a scappare in caso di emergenza. Questo è possibile perché è normalizzata una certa idea di persona disabile come dipendente, lenta, fragile. Ci sono un’infantilizzazione e una deumanizzazione delle persone disabili, classificate come incapaci di decidere per sé e di auto-valutarsi. Per di più, i posti segregati dove ci sono molte persone in carrozzina tutte attaccate con massimo un accompagnatore ciascuna (perché è questa la regola) in una zona recintata magari rialzata e con una sola uscita aumentano il rischio nel caso di un’emergenza.

Non solo quello di una presunta sicurezza è un concetto che trae giustificazione da idee abiliste: è anche un concetto che promuove idee abiliste di esclusione e separazione, e le normalizza. Ogni discriminazione, potenzialmente, diventa giustificabile col motivo della sicurezza.
In realtà, le persone disabili vengono separate dal resto della società per motivi puramente di interesse, perché non le si vuole in prima fila, perché non si devono vedere, perché è più comodo, perché in una società capitalista non è importante il fatto che tutti stiano bene, è importante una certa idea di efficienza.

E molte persone non disabili che si trovano ad assistere a questo fenomeno senza conoscerne le dinamiche alzano le mani di fronte a una figura autorevole che dice che sta separando la persona disabile da un gruppo “per la sicurezza”.

Dietro alla sicumera con cui si discriminano le persone col motivo della sicurezza c’è una determinata idea sul posto in cui dovrebbero stare le persone disabili. Quando in alcuni luoghi pubblici mi arriva l’omino che mi dice che non posso stare dove voglio (e dove stanno tutti gli altri) mi viene da chiedermi che vita pensa che faccio. Se pensa che vivo tra quattro mura, se pensa che non vado in mezzo alla gente, a ballare, alle manifestazioni. Se gli viene minimamente in mente quanto sia anormale e irrealistico impormi un posto separato in cui dovrei stare.

Le persone disabili sanno che periodicamente nella loro vita si troveranno di fronte a discriminazioni, imposizioni o divieti, giustificati con l’imperituro: “la sicurezza”. Ricordiamoci che quando una presunta sicurezza limita le libertà fondamentali c’è un problema, c’è una deriva autoritaria pericolosa. E le persone disabili lo vivono nel quotidiano.

[Elena]

Descrizione immagine: Elena indossa una canottiera fucsia e ha i capelli castani lisci raccolti in una coda. Ha orecchini argento a forma di foglia e occhiali neri

Post su Instagram

Post su Facebook

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Archivi
Categorie