
Sulle scuole speciali e sui miei sprazzi di patriottismo
C’è una cosa che mi fa provare qualcosa di molto simile al patriottismo più sfegatato, ed è il modo in cui viene affrontata in Italia la questione scuola e disabilità.
C’è una cosa che mi fa provare qualcosa di molto simile al patriottismo più sfegatato, ed è il modo in cui viene affrontata in Italia la questione scuola e disabilità.
Un anno fa, a maggio, partivo per la gita di quinta liceo. Destinazione: Praga, con una breve tappa a Salisburgo.
Quand’è che una persona disabile “si sente disabile”? In che occasioni si sente una persona diversa, a parte, in qualche modo limitata?
Girare con una carrozzina significa esporsi a tutta una serie di comportamenti strambi e domande bizzarre (perlopiù fuori contesto)…
Mi sono improvvisata Dio, e ho stilato I Dieci Comandamenti Delle Assistenti.
Ho elaborato una nuova teoria antropologica! Da quel punto di osservazione privilegiato che è la disabilità e che rende molti disabili un po’ psicologi e un po’ antropologi, ho individuato un fatto ricorrente le cui prevedibilità e verificabilità gli hanno ormai meritato, almeno nel mio cervello, il rango di teoria scientifica
“Più leggero non basta” è un film per la televisione del 1997, e finora è il film migliore che io abbia visto sulla disabilità.
Quasi amici ha il grande merito di essere uno dei primi film dove il protagonista è disabile e le gags e le scene comiche abbondano, rendendolo accessibile e godibile anche per un largo pubblico.
Quando ho deciso di venire a Londra praticamente pensavo che avrei trovato il paese dei balocchi.