
#StorieDiAbilismo (9)
“Ho realizzato quanto può essere rischioso per me stare là fuori senza una persona non disabile che mi accompagni”
“Ho realizzato quanto può essere rischioso per me stare là fuori senza una persona non disabile che mi accompagni”
“Ad un certo punto un’auto accosta, mette le quattro luci di emergenza, ne scende un uomo di mezza età che rapidamente mi raggiunge e mi mette in grembo dei soldi”
«Buongiorno, sono un medico, posso aiutarla ad attraversare la strada?»
Quando ero piccola, erano pochissime le storie che raccontassero di relazioni romantiche in cui era coinvolta una persona disabile. E si trattava sempre di vicende marginali, scarne e rappresentate in modo irrealistico.
Una volta a un Pride hanno chiesto a me e a Elena – anzi, alle nostre assistenti – se avevamo bisogno di aiuto per uscire dal corteo e tornare sul marciapiede. Ci abbiamo messo un po’ a capire, perché noi due stavamo procedendo con il corteo, ma loro avevano capito che eravamo finite lì per caso e dovevamo uscire. Avevano già iniziato a dire alla folla di fare largo: evidentemente due persone in carrozzina lì non gli quadravano. “Aah ma state partecipando al Pride? Ah, scusate”.
Stavolta non vale Yo sí te creo? Non valgono più le regole della giustizia sociale, credi alle vittime, rispetta chi parla del proprio trauma? A quanto pare vale solo per alcune persone e non altre.
Alle altre persone disabili e vulnerabili che ci leggono: sappiamo quanto pesa sentire che siete delle perdite accettabili da un anno, dall’inizio della pandemia.
È frequente che le persone disabili cerchino di associarsi il
Quando io o Chiara scriviamo post sulla gente che per strada ci tocca, ci fissa o ci dice cose strane perché usiamo delle carrozzine elettriche, le persone commentano che quello che ci succede è incredibile.