
“Io prima di te”, uno strano tipo di romanticismo
A settembre uscirà un film che si intitola “Io prima di te”. Per favore, non andate a vederlo. Sarebbero soldi e tempo persi.

A settembre uscirà un film che si intitola “Io prima di te”. Per favore, non andate a vederlo. Sarebbero soldi e tempo persi.

C’è una parola bellissima che ho imparato pochi mesi fa: mansplaining, si usa quando un uomo dà una spiegazione non richiesta…

Dovevo studiare, e invece ho aperto Facebook. Era uno di quei momenti in cui in cuor tuo sai bene che dovresti metterti giù di brutto e macinare pagine…

Chi usa una carrozzina sa bene che essa fornisce un punto di osservazione privilegiato sulla realtà:

Ho guardato “Workers – pronti a tutto” perché mi era stato presentato come “un film carino che parla del problema della disoccupazione in Italia”.
![Fumetto di una persona in carrozzina che guarda delle scale corrucciata. C'è un cartello con scritto "Way In [freccia] Everyone welcome!".](https://wittywheels.it/wp-content/uploads/2015/06/disabilità-modello-sociale-514x514.jpg)
Quand’è che una persona disabile “si sente disabile”? In che occasioni si sente una persona diversa, a parte, in qualche modo limitata?

Girare con una carrozzina significa esporsi a tutta una serie di comportamenti strambi e domande bizzarre (perlopiù fuori contesto)…

Ho elaborato una nuova teoria antropologica! Da quel punto di osservazione privilegiato che è la disabilità e che rende molti disabili un po’ psicologi e un po’ antropologi, ho individuato un fatto ricorrente le cui prevedibilità e verificabilità gli hanno ormai meritato, almeno nel mio cervello, il rango di teoria scientifica

Alcuni individui, quando incontrano per la prima volta (e non solo) una persona disabile in carrozzina, vengono colti da un improvviso e inspiegabile blocco cerebrale.