Elena in una piazza; ha i capelli sciolti, sorride senza guardare l'obiettivo, indossa un maglione bianco, pantaloni neri e ballerine nere

Sulle persone che mi fissano o accarezzano

A volte, in giro, la gente mi fissa o mi accarezza la testa (in epoca Covid non più) o fa commenti strani o mi fa domande strane. È un’esperienza comune delle persone con una disabilità visibile, in molti paesi. Va be’.

Cioè, non va be’. È straniante e quando abitavo a Londra non mi capitava. È ridicolo e fastidioso. Ma visto che può succedere in qualunque momento – ad esempio anche quando vado a comprare il pane – il mio cervello è allenato a non dargli peso per non perdere tempo.

Ecco, riflettevo sul fatto che quando sono le persone anziane a farlo non mi dà così fastidio. Cioè, mi dà comunque fastidio ma meno. E mi chiedevo, perché?
Perché ho basse aspettative verso le persone anziane? Le sottovaluto? Sono ageista? Probabile.
Ma una cosa che tengo in considerazione è che le persone anziane oggettivamente sono quelle che hanno vissuto più a lungo in questa cultura del cazzo (proprio anche in senso letterale), si sono viste tutto Telethon e i programmi specificamente intesi per drammatizzare la disabilità, hanno vissuto durante le scuole speciali e quando le città erano ancora meno vivibili di adesso per le persone disabili, hanno letto e visto la caterva di storie in cui le persone disabili sono il personaggio patetico o da proteggere.
Sono privilegiata ad essere nata l’anno in cui sono nata, va’. Perlomeno adesso c’è qualcosina di contronarrazione ed è più facile decostruire.
(Per quanto farei volentieri un viaggio nel tempo, tipo a ballare con la musica anni ’80, con acconciature improponibili e completi glitterati. Poi tornerei però.)
(Possibilmente in un’era post Covid.)

[Elena]

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