C’era una volta un uomo che diceva che le donne dovrebbero poter essere uccise alla nascita. Questo perché la vita delle donne in media è obiettivamente peggiore di quella degli uomini. Pensateci: meno forza fisica e le mestruazioni tutti i mesi. Praticamente quattro giorni di non-vita al mese! Uccidere una bambina con un utero e una vagina non è moralmente equivalente a uccidere un uomo adulto. Molto spesso non è sbagliato affatto.
Le mestruazioni sono un male da evitare. Perché tollerare i crampi alla pancia, la nausea, la maggiore debolezza fisica e la scomodità di usare gli assorbenti quattro giorni in media al mese, quando potrebbe essere più misericordioso e umano uccidere la bambina alla nascita, quando non è ancora un essere razionale? Sarebbe stata una decisione totalmente in mano ai genitori e ai medici, l’uomo non stava mica difendendo l’ingerenza dello Stato, come vi viene in mente, era di sinistra lui!
Uccisa la figlia, i genitori avrebbero potuto tentare di fare un figlio maschio. Un figlio maschio era il figlio che i genitori intendevano avere sin dall’inizio, e il suo arrivo avrebbe portato felicità. La nascita di una figlia femmina e quindi difettosa era stata un trauma, una minaccia alla felicità dei genitori e degli altri figli, una cosa che i genitori avrebbero rimpianto se l’avessero lasciata vivere.
L’uomo sosteneva queste cose da circa quarant’anni. Era autore di numerosi libri ed era ammirato per le sue idee controverse. I commentatori dicevano che era razionalità allo stato puro, lui diceva che nessun’altro aveva il coraggio di dire quello che tutti pensavano. Era chiamato a parlare da molti anche se sosteneva che sarebbe stato etico risparmiare le donne della loro vita miserabile. Secondo lui questo non voleva dire assolutamente minare i diritti delle donne: alcune donne hanno vite comunque ricche e soddisfacenti, ma in media no. Ed era inutile negare che la loro fosse una vita qualitativamente inferiore, visto che praticamente tutte le donne prendono delle medicine per alleviare i sintomi delle mestruazioni.
L’uomo insegnava da anni in un’università occidentale rinomata. Gli attivisti che lo contrastavano c’erano eccome. Furono fatte proteste per impedirgli di parlare. L’uomo se ne diceva rattristato, perché per lui era censura.
Un giorno scoppiò una pandemia a livello globale: le linee guida degli anestesisti e dei rianimatori dicevano da sempre di salvare prima gli uomini perché gli uomini sono più forti fisicamente. Secondo l’uomo bisognava salvare le persone che sono più utili nella società perché possono aiutare gli altri: gli uomini quindi, perché sono più forti.
L’uomo fu invitato a partecipare ad una conferenza su come affrontare la pandemia: alcune persone protestarono, dicendo che uno così era decisamente pericoloso, e che non era etico permettere a questa persona di parlare.
Moltissimi furono d’accordo. L’evento raccoglieva diversi relatori che lavoravano per i diritti umani e che avevano dichiarato l’intenzione di non partecipare a una conferenza insieme a una persona così palesemente e pericolosamente sessista. I gruppi femministi e di alcune parti politiche erano pronti a insorgere: ma non ce ne fu bisogno perché gli organizzatori – due minuti dopo essere stati informati delle idee dell’uomo – cancellarono la sua partecipazione, non volendo esservi associati. Non importava che fosse un autore famoso e quali fossero le specifiche idee dei singoli organizzatori, lo cancellarono lo stesso perché lasciarlo parlare sarebbe stato impensabile, disumano.
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Peter Singer non attacca le donne. Attacca le persone disabili, con gli stessi esatti termini e concetti elencati sopra. Parlerà oggi pomeriggio a “Prendiamola con filosofia”, perché il suo intervento non verrà annullato. Quando protestiamo per i diritti delle persone disabili è improbabile che le persone nei circoli di giustizia sociale reagiscano con la stessa forza che si avrebbe per altre questioni. La disabilità non è ancora vista da molti come identità sociale. Lanciando la petizione lo sapevamo, nel senso che lo sappiamo sempre, lo teniamo in conto – ogni volta – che avremo pochi appoggi dai circoli femministi o anche solo di sinistra. I diritti delle persone disabili non valgono uguale. Tlon e Piano B sono dalla parte sbagliata della storia, ma probabilmente lo capiranno, facendo una stima, tra una ventina d’anni.
Buone mestruazioni a tutt*.
[Elena]