Quest’anno ho fatto la magistrale in diritti umani e scienze politiche all’LSE, e ho amato ogni secondo. Non è tanto per dire, eh, ho amato proprio ogni secondo. È probabilmente il corso migliore che abbia mai fatto.
Prima avevo un sacco di dubbi: l’ambiente accademico non mi fa impazzire, perché parecchie università sono roccaforti elitarie dove persone privilegiate parlano di persone meno privilegiate.
Questa volta invece non è stato così.
C’era molta attenzione alla varietà di prospettive, alla pratica oltre che alla teoria, allo sguardo critico.
Oltre al corso principale sui diritti umani ho scelto questi altri corsi:
– Un modulo di teoria politica sul concetto di libertà, perché dico sempre che ah, voglio le cose pratiche ma in realtà ho un debole per la teoria politica
– Un modulo su sessualità, genere e cultura, molto completo, con una profonda attenzione alle dinamiche di oppressione e con una parte davvero ben fatta sulla disabilità
– Un modulo sulle narrazioni sovradeterminanti che si fanno sulle categorie marginalizzate, il meccanismo di alterizzazione dei migranti e gli effetti concreti sulle politiche, che ho adorato
– Un modulo su resistenza e attivismo tramite i media, con uno sguardo critico al capitalismo
Ho anche seguito delle lezioni di psicologia politica e di teoria del cinema perché che fai, non ne approfitti?
E poi ho scritto la tesi su un argomento che mi frullava in testa da secoli. Ho fatto un paragone tra strutture residenziali per persone disabili e prigioni, in ottica abolizionista, con un focus sulle dinamiche di potere.
Insomma, sono entusiasta, anche se ci hanno fatto il culo a fette per la quantità di roba che dovevamo produrre e adesso vado a Honolulu a svernare come mago Merlino, vedi foto
[Elena]
: Eleonora Calesini e Chiara Sbarbati