Oggi sarebbe stato il settantunesimo compleanno di Franco Bomprezzi. Una delle sue frasi che ci è rimasta impressa è quella in cui rifletteva sullo stigma che in modo insensato si associa alle carrozzine. Le carrozzine nella nostra società diventano uno spauracchio, un marchio di intoccabilità, un tabù. Quindi qualcosa di ben lontano da ciò che sono in realtà, degli ausili per muoversi e vivere. Il potere delle narrazioni! (Cambiamole, ‘ste narrazioni)
‘E pensare che quando si scrive “costretto su una sedia a rotelle” si uccide il desiderio di migliaia di persone anziane di mantenere una relativa autonomia di movimento anche quando le gambe cominciano a cedere per l’età e per gli acciacchi. Provate a chiedere ai vostri nonni se non si sentirebbero menomati, qualora gli venisse proposto di usare una carrozzina, almeno per gli spostamenti fuori casa. La risposta è persino scontata. La carrozzina è una roba per malati, per paralitici. Guai persino a pensarci. E invece nel nostro futuro dovremmo poter immaginare anche una diffusione normale, serena e positiva, di un mezzo che è sinonimo di libertà e di sicurezza.’
Franco Bomprezzi
Descrizione immagine: un mezzobusto di Franco Bomprezzi, un uomo bianco con i capelli e baffi bianchi