In questi giorni ho letto spesso opinioni sul fatto che Francesca Cesarini, pole dancer disabile senza le mani e senza la gamba destra che ha vinto Italia’s Got Talent, non sia stata davvero la più brava tra tutti i concorrenti. Che la sua sia stata una vittoria influenzata dalla sua storia di disabilità: avrebbe vinto perché disabile, insomma.
Ci sono tanti spunti di riflessione nel modo in cui è stata commentata questa vittoria.
Innanzitutto è chiaro che siamo tutti arcistufi delle onnipresenti narrazioni strappalacrime. Italia’s Got talent ha sempre avuto questo atteggiamento nei confronti dei partecipanti disabili, e anche Cesarini purtroppo è stata posta nella cornice “eroina disabile che fa commuovere” perché la televisione ragiona in modo cinico e le lacrime fanno audience. È chiaro che, soprattutto come persone disabili, siamo esauste.
Il problema secondo me nasce quando si è talmente stanchi di queste narrazioni che si arriva a sminuire la vittoria – e dunque il talento – di una ragazza che, ricordiamolo, è oggettivamente una campionessa nel suo sport. Cesarini ha vinto i campionati italiani di parapole e ha vinto un mondiale nel 2021.
È un po’ come se si buttasse via il contenuto insieme al contenitore.
Possiamo ovviamente essere in disaccordo con qualsiasi decisione di una giuria perché personalmente reputavamo migliore un altro candidato, ma sostenere che un’atleta abbia vinto a causa dell’abilismo è ingiusto verso di lei e verso qualunque performer disabile gareggi in ambienti “misti” (cioè dove ci sono anche persone non disabili).
E infatti, gli artisti/atleti/performer disabili che vincono una gara “mista” di qualsiasi tipo hanno sempre questo enorme peso sulle spalle, cioè che qualcuno potrebbe mettere in dubbio il loro talento, dire che abbiano vinto per la loro disabilità e che la loro vittoria non sia meritata.
Ricordiamo che ogni anno a Italia’s Got Talent ci sono concorrenti disabili, e non vincono di routine, e che la retorica dei famosi “vantaggi” legati a una certa oppressione non corrisponde alla realtà.
Potremmo riflettere sul perché una comunità marginalizzata non gioisca quando una persona di quella comunità ottiene una vittoria, ritagliando con il suo talento un posto di gioia, orgoglio e rappresentazione. Gioia e orgoglio che, ricordiamolo, non sono scontati quando per le persone disabili è ancora comune sentirsi dire “preferirei morire che vivere così”. Anche il peso della rappresentazione non è ancora scontato. Il programma in questione – per quanto trash, a tratti ridicolo e tutto quello che vogliamo – è una delle poche occasioni “visibili” in cui le persone disabili hanno la possibilità di competere con le persone non disabili.
La disabilità ha comunque un ruolo centrale in questa vicenda: è fortemente interconnessa e intrinseca a un grande talento. Stiamo parlando di una pole dancer con tre arti “disabili” (uno ha una protesi) in una disciplina dove tradizionalmente gli arti servono tantissimo, e che per eccellere in questo sport studia e crea continuamente insieme all’allenatrice delle tecniche specifiche, non-standard.
È quindi un po’ impreciso dire che, siccome altri atleti hanno fatto coreografie più scenografiche e apparentemente più complesse, sono stati più bravi. O forse siamo ancora in quella vecchia dinamica per cui la disabilità non conterebbe niente, che dovremmo tutti essere giudicati su standard identici? … che poi è un modo per distanziarsi dalla disabilità, per non farla vedere, per cancellarla.
Va necessariamente aggiunto che Cesarini è un’adolescente in carne e ossa che ha accesso a Internet, l’essere un personaggio del momento non la priva di sentimenti e non è certo edificante per lei vedere messa in dubbio la sua vittoria da vari articoli.
Nella pratica antiabilista, una bussola che ci può far capire se stiamo perdendo la rotta o meno è che le persone disabili e i loro interessi dovrebbero rimanere al centro, e la loro gioia dovrebbe essere protetta. La pratica antiabilista di base è questo, è innanzitutto amore per le persone, unità e comunità.
[M. Chiara]
Trovate un ulteriore articolo su questo argomento sul nostro Patreon.
Qualche giorno fa ci è stata fatta una domanda su cosa ne pensassimo della vittoria di Cesarini, e abbiamo detto la nostra in un articolo per gli abbonati: “La vittoria di Francesca a Italia’s Got Talent: è abilismo?”
Descrizione immagine: primo piano di Francesca Cesarini, con i capelli castani tirati su in un doppio chignon e un costume di scena azzurro