L’abilismo è la discriminazione nei confronti delle persone che hanno una disabilità.

Non è sempre intenzionale o apertamente ostile, spesso ci sono dietro addirittura delle buone intenzioni o ignoranza, ma questo succede anche con l’omofobia, per dirne una, e non significa che sia meno da combattere: in questi casi è una sorta di “razzismo” benevolo.

L’abilismo è importunare un estraneo per strada e sentirsi in diritto di fargli domande personali perché è in carrozzina. È il tono condiscendente di un commesso nei confronti di un cliente disabile. È stupirsi che una persona cieca lavori.

L’abilismo è la sede del tuo Comune non accessibile alle carrozzine.

È il disgusto malcelato per certe disabilità, l’impazienza di fronte a chi è leggermente più lento in fila alla cassa. È l’usare deliberatamente un linguaggio offensivo, è il bullismo verso chi è disabile. L’abilismo sono gli autobus della linea urbana della tua città senza pedana di accesso.

L’abilismo è far sentire una persona invisibile: voltarsi dall’altra parte, evitare di interagire con un collega o compagno disabile. È un insegnante che parla di un suo studente disabile come se non fosse presente.

L’abilismo è il meccanismo che rende semplice per chi non è autosufficiente il processo per andare a vivere in una casa di cura, e difficile vivere a casa con assistenti di propria scelta.

L’abilismo è sostenere che un ragazzo disabile dovrebbe essere grato di qualunque attenzione sessuale o romantica gli venga rivolta, e pensare che non dovrebbe essere troppo esigente o selettivo.

L’abilismo è l’inefficienza di molte sale blu in contrasto con l’efficienza dello stesso servizio per i non disabili che viaggiano in treno.

L’abilismo è suggerire, implicitamente o esplicitamente, che una persona disabile sarebbe meglio morta.

È considerare accettabile che una persona in carrozzina assista ad un concerto in una zona laterale, molto distante dal palco, circondata da alte sbarre, senza possibilità di scelta.L’abilismo è non invitare un amico in carrozzina da qualche parte perché si pensa che sia “troppo difficile”.

L’abilismo è nella copertura mediatica degli omicidi di persone disabili da parte dei genitori o caregiver, quando il focus è solo su quanto fosse devastante la disabilità della vittima, e su quanto assisterla costituisse un fardello per i non disabili, senza condannare l’atto di violenza in sé, come se non fosse sempre e comunque un omicidio.

L’abilismo sono il marciapiede senza rampe e senza percorsi tattili, i semafori senza dispositivo acustico, i programmi tv dove non è possibile attivare i sottotitoli per i sordi.

L’abilismo appartiene alla stessa famiglia di sessismo, omofobia, transfobia, razzismo.

[Maria Chiara]

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