L’abilismo non è solo guardare alle persone disabili con pietà e condiscendenza.
Non sono solo le molestie per strada alle persone disabili, accarezzare loro la testa e chiedere “Ma perché sei così??”.
Non è solo strabuzzare gli occhi davanti a una persona disabile candidata a una carica istituzionale e pensare che sia strumentalizzata e “messa lì” per “intenerire” (come è successo a Segrate e come succede ovunque in Italia).
L’abilismo è più invasivo, pervasivo, subdolo e su larga scala di così.
È il ginecologo che dà informazioni incomplete ai suoi pazienti disabili, è escludere un amic* disabile dalle uscite di gruppo perché “è troppo difficile”, è storcere il naso quando un amic* si mette con un partner disabile perché “potrebbe avere di meglio”.
L’abilismo è il motivo per cui non si socializza con il proprio collega disabile.
O è il motivo per cui non si ha nessun collega disabile.
L’abilismo sono le persone con disabilità fisica che si credono superiori a chi ha disabilità di altro tipo; sono gli show televisivi dove i presentatori fingono di asciugarsi le lacrime se a esibirsi è un* artista disabile; sono le persone che non possono uscire di casa perché non hanno abbastanza assistenza.
L’abilismo è la segregazione, la svalutazione, la mancanza di accesso, e ci cresciamo tutt* dentro.
L’abilismo può portare ad abusi, violenza, sterilizzazioni forzate e omicidi.
[Maria Chiara]