Attenzione, attenzione: per le persone disabili, non dovete soltanto accollarvi il solito peso di assicurarvi che qualcosa che volete frequentare è accessibile. Dovete anche stare attenti alle bugie che vi potranno dire per togliersi “il problema” di torno. ‘Na giungla, praticamente.
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Ormai due mesi fa mi iscrivo a un corso di sceneggiatura organizzato dalla casa di produzione cinematografica di Ancona “Guasco” e dall’associazione culturale “Eclettica”. Come ogni persona disabile è costretta a fare ancora nel 2020, chiedo se ci sono i requisiti minimi di accessibilità. Nel mio caso – dato che uso una carrozzina – mi serve che non ci siano scale. Ma sì, le scale ci sono, mi rispondono.
Chiedo di cambiare luogo del corso ma mi dicono che non se lo possono permettere, ancora prima di sentire altri preventivi e rifiutando la mia offerta di una collaborazione per trovare luoghi a basso costo.
Allora ok, gli dico, verrò in braccio alla mia assistente e qualcuno porterà su la mia carrozzina manuale.
A volte mi capita di dover decidere di raggiungere dei posti che mi interessano in braccio a qualcuno. È una soluzione che mi è possibile perché sono molto minuta e leggera, ma ovviamente vuol dire rinunciare alla carrozzina elettrica e quindi a muovermi, e la uso solo per le emergenze e i casi particolari. Tipo le bellezze storiche non rese accessibili, per intenderci.
Ma si oppongono anche a questo, dicendomi, siore e siori, che l’aula è troppo piccola e che è “impossibile muoversi con dei supporti”.
Dico che verrò a fare una prova, ma non gli sta bene, mi scrivono che non capiscono “il senso di questa insistenza”.
A questo punto do loro un ultimatum, informandoli che organizzare corsi a pagamento in luoghi non accessibili è illegittimo, e che volendo ci sono modi più “insistenti” per far rispettare la legge rispetto a uno scambio di email nel corso di un mese.
Due giorni dopo mi mandano una mail che dice che il corso in questione è temporaneamente annullato. Agli altri iscritti invece telefonano confermando che il corso parte. E il corso in effetti è partito.
Non sto scherzando, hanno mandato un’email che dice il falso per zittirmi. E la cosa buffa è che hanno pure pensato che non lo scoprissi! Forse mi hanno cercato su Facebook e hanno decretato che c’ho la faccia da cogliona, boh.
Guasco è anche un potenziale datore di lavoro in un domani, ma non ho dovuto ponderare per più di tre secondi se fare o non fare nomi (GUASCO! ECLETTICA!). Rendere noto cosa è successo è troppo importante.
Ciao Guasco, se avete una lista nera potete pure segnarci il mio nome.
In tutto questo non posso fare a meno di riflettere sul fatto che se la narrazione delle persone disabili al cinema fa schifo è anche perché ci sono così poche persone disabili dietro la macchina da presa. Vale per le persone gay, trans, disabili, nere, ma anche per le donne. Non andremo molto lontano senza rappresentanza dei diretti interessati nel processo creativo.
Sono stanca di essere l’unica donna e l’unica persona disabile in quasi tutti i corsi che frequento nel settore audiovisivo. E se sei disabile, non si arriva neppure a parlare di glass ceiling, proprio c’è un problema ad entrare dalla porta.
In foto, l’email in cui mi dicono che il corso è sospeso:
“Gent.mi iscritti
comunichiamo che, per sopravvenuti problemi organizzativi, il corso di sceneggiatura in oggetto è stato temporaneamente annullato.
Cordiali saluti”
[Elena]
1 commento
Ciao! Forse è un po’ tardi per scriverlo, ma ho scoperto il blog per caso e da poco. Comunque, la scuola Holden organizza ogni tanto dei corsi on Line di sceneggiatura chiamati “classi-fy” ( e molto altro, di tutti i tipi, sul sito c’è tutto). Vi posso assicurare che sono molto validi e ben organizzati.