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Prenotare un hotel da persone disabili…

Vi sconsigliamo l’HOTEL ROMA a Pineto (TE), perché discrimina le persone disabili.

Stavamo cercando delle camere per il 7, 8 e 9 agosto, e stavamo avendo un po’ di difficoltà perché è alta stagione, e soprattutto la maggior parte degli hotel nella nostra fascia di prezzo, tre stelle, ha le scale.

Ma a un certo punto avevamo trovato. Hotel Roma a Pineto, perfetto, le camere c’erano, ci hanno assicurato l’assenza di scalini e ci hanno mandato un preventivo rapido. Intanto avevamo chiesto le misure dell’ascensore come facciamo sempre.

Il giorno dopo ci hanno dato le misure e abbiamo visto che pure l’ascensore andava bene.

Abbiamo dato l’ok per prenotare ma… dopo venti minuti, dal nulla, ci hanno detto:

“Salve, non le faccio perdere tempo, non abbiamo stanze dove possono accedere con le carrozzine! Chiedo scusa, la proprietà me lo ha appena comunicato”

Nei commenti vedete la conversazione, con cui non è stato possibile chiarire questo cambiamento improvviso e inspiegabile.

A prenotare gli alberghi da persone disabili, in Italia nel 2022, succedono anche queste cose 🤡

Dai social:

Un po’ di persone ce l’hanno col fatto che secondo loro non è stata discriminazione, ma incomprensione. Ma la persona della chat ha letto che non ci servivano camere specifiche. E non esistono norme che impediscono di affittare stanze non “apposite” a persone disabili (ci mancherebbe, sarebbero norme discriminatorie!). E il preventivo non era scaduto, che fosse scaduto è una bugia.
È abilista pensare che le persone disabili debbano spiegarsi e rispiegarsi, venire incontro, presumere buona fede fino all’inverosimile. È abilista perché avalla la necessità di un trattamento separato, di serie B.

L’altra cosa che non va giù è che abbiamo minacciato l’esposizione mediatica. Nella nostra vita abbiamo risolto tanti problemi di discriminazione minacciando l’esposizione mediatica (ottenendo accesso all’università, a concerti, a eventi, che altrimenti ci sarebbero stati preclusi), e invitiamo altre persone disabili (o altrimenti discriminate) a fare lo stesso.
Non c’è bisogno di continuare a subire.

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