
Soffro di abilismo
L’etichetta “sei disabile quindi soffri perché sei disabile” è imperante a livello sociale. Io non soffro per niente per la mia disabilità.
L’etichetta “sei disabile quindi soffri perché sei disabile” è imperante a livello sociale. Io non soffro per niente per la mia disabilità.
Negli anni Settanta in Colorado c’era un certo Wade Blank, un uomo non disabile che andò a lavorare come operatore in una struttura residenziale dove vivevano delle persone disabili.
L’11 giugno in Texas è morto Michael Hickson, un uomo disabile nero americano malato di Covid.
L’hidden labour of disability, che vuol dire “lavoro nascosto della disabilità”, consiste in tutte quelle cose in più che le persone disabili devono fare in una società abilista.
In questo periodo di Pride, penso alle persone disabili LGBT+ che non possono vivere la propria identità
In una conferenza su disabilità e discriminazione, una sola persona disabile in mezzo a tante altre non disabili non è abbastanza.
Il 5 aprile 1977 a San Francisco iniziava la più lunga occupazione non violenta di un ufficio governativo nella storia degli Stati Uniti.
A me piace un sacco rileggere libri e rivedere film che mi sono piaciuti, sono abbastanza fissata, perché ogni volta trovo qualcosa di nuovo che non avevo notato, oppure sono cambiata io e interpreto le cose in modo diverso.
Valentina Tomirotti, che usa una carrozzina, quando è andata al concerto di Coez non ha visto niente, dato che le persone disabili sono obbligate a stare in posti specifici nonché inadeguati.