M. Chiara legge "Ausmerzen" di Marco Paolini accanto a un tavolo. Indossa una camicia a quadri rosa e nera e jeans blu

Aktion T4 e Sagamihara: eugenetica di ieri e di oggi

Non sono noti sopravvissuti tra le vittime dello sterminio nazifascista perseguitate in quanto disabili.
Le vittime dell’Aktion T4, circa 300.000 (numero che potrebbe essere incompleto a causa delle poche informazioni che ci sono arrivate), erano circondate da una retorica che spaziava da “mangiatori inutili” a “morte compassionevole”.
Non sono cose del passato, l’eugenetica è viva e vegeta, la narrazione “meglio morto che disabile” è ancora normalizzata.

“Parlare di abilismo è esagerato, è un altro neologismo di cui non si sentiva il bisogno”, sentiamo dire a volte (tipicamente da persone bianche non disabili).
Eppure l’abilismo è così reale che uccide.
Un’altra strage che è stata descritta come “mercy killing” (uccisione pietosa) da alcune testate è successa nel 2016, ed è la strage di Sagamihara in Giappone. Un uomo è entrato in un istituto, ha ucciso 19 persone disabili e ne ha ferite 26.
Un’azione premeditata, con un target preciso. L’uomo, un ex operatore di quella struttura, poco prima dell’attacco aveva mandato una lettera al parlamento in cui delineava le sue intenzioni.

Nella lettera troviamo precisi intenti eugenetici, speculari a quelli alla base dell’Aktion T4: l’idea che le vite delle persone disabili non hanno valore e l’idea che la società sarebbe migliore senza persone disabili. L’omicidio è presentato come un servizio alla comunità.

“Posso eliminare un totale di 470 persone”, dice la lettera. “Prospetto un mondo dove una persona con disabilità multiple possa essere sottoposta all’eutanasia (…) quando è difficile per la persona effettuare attività casalinghe e sociali”. “I disabili creano solo infelicità”. “L’azione sarà eseguita senza fare del male al personale [della struttura]”.

Il massacro di Sagamihara non è una cosa inspiegabile venuta dal nulla: è un crimine di odio radicato nell’abilismo.
L’eugenetica e l’abilismo sono vivi e vegeti, così come sono vivi e vegeti il razzismo, l’antisemitismo, l’omobitransfobia, l’odio contro Rom, Sinti, testimoni di Geova e altre persone uccise dal nazifascismo. A ognuno di noi la responsabilità di prendere posizione per contrastarli, ad ogni livello.

[M. Chiara]

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